Set of all the monuments in the city
ll Maschio Angioino
Il Maschio Angioino è l’imponente simbolo del potere regale dei d’Angiò
Il Castel Nuovo, conosciuto con il nome di Maschio Angioino per distinguerlo dal Castello di Capuana e dal Castello dell’Ovo, è stato costruito durante il regno degli Angioini e domina tutta la visuale della baia.
Il castello è un’imponente fortezza con cinque torri, ad ognuna delle quali è assegnato un nome.
Tra le cose da vedere e di particolare bellezza è l’Arco Trionfale che collega la Torre di Mezzo e la Torre di Guardia, realizzato in marmo con ricche decorazioni, rilievi e sculture.
All’interno del castello sono ospitate la splendida Sala dei Baroni, in cui si svolgono le riunioni del Consiglio Comunale, e il Museo Civico di Napoli.
Da qui potete muovervi verso la famosa Piazza del Plebiscito e, per strada, fermarvi a vedere la maestosa Galleria Umberto I.
Si tratta di una galleria commerciale costruita tra il 1887 e il 1890, con quattro diversi ingressi e all’interno due strade che si incrociano ortogonalmente coperte da una vetrata e dalla Cupola e delimitate da quattro edifici.
È un capolavoro di sontuosità in stile liberty che non potete assolutamente perdervi!
Cappella Sansevero e Cristo Velato
Foto di get directly down
Guai però a ridurre Spaccanapoli a cartolina turistica. Spaccanapoli è la città, con le sue mille risorse e i tanti problemi. Criticità che in qualsiasi altro posto minerebbero la pace sociale e che invece qui convivono da sempre. Per questo, all’inizio, ho detto che Napoli è una sfida. Quanto a bellezza, invece, il “Cristo Velato” di Giuseppe Sammartino vale più di tante parole. La scultura, secondo molti critici d’arte la più bella mai realizzata, si trova all’interno della Cappella Sansevero, alle spalle di Piazza San Domenico Maggiore, in via Francesco De Sanctis.
Orari
Giorni feriali: 09.30-18.30
Domenica e giorni festivi: 09.30-14.00
Ultimo ingresso consentito fino a 20 min. prima della chiusura.
Chiuso il martedì.
Biglietto 7,00 €uro
Napoli Sotterranea
Poco distante, in Piazza San Gaetano, c’è l’ingresso di “Napoli sotterranea”, il percorso più famoso (non l’unico) del sottosuolo di Napoli. Una visita guidata nelle viscere della città per scoprirne le influenze greche, quelle romane e, soprattutto, per rivivere i giorni tragici della seconda guerra mondiale, quando circa 40.000 napoletani si rifugiarono sottoterra per sfuggire ai bombardamenti alleati e alla rappresaglia tedesca.
L’ingresso di Napoli sotterranea è in Piazza San Gaetano 68 (su via dei Tribunali).
Le escursioni sono in italiano e inglese. Per altre lingue, oppure per gruppi o escursioni fuori dagli orari di apertura solo su prenotazione.
Se non soffrite di claustrofobia, un tour imperdibile è quello nella Napoli sotterranea.
Si tratta di un reticolo di tunnel e cisterne che si estende sotto la città ad una profondità che arriva fino a quaranta metri.
Per due ore sarete quindi nel ventre di Napoli e potrete ammirare gli scavi che furono ampliati dai romani per servire da acquedotti e poi riutilizzati durante la Seconda Guerra Mondiale come rifugi contro i bombardamenti.
Durante il tour vedrete ancora alcuni oggetti di vita quotidiana della gente lì rifugiatasi durante la guerra e poi la serra, il giardino, la cisterna e persino il teatro, insomma una vera e propria città nel sottosuolo.
Galleria Borbonica, in zattera nel sottosuolo
Avventurarsi a bordo di una zattera per immergersi in un viaggio nel passato tra le antiche cisterne del ‘500 e del ’600 e i cunicoli utilizzati come ricovero bellico.
È uno dei vari percorsi che è possibile scegliere per attraversare alcuni dei cunicoli della Galleria Borbonica, un percorso sotterraneo che parte dalla collina di Pizzofalcone fino al quartiere San Ferdinando. Il tragitto, chiamato “Percorso Avventura”, inizialmente parte a piedi e conduce in una cisterna del 1400 attraverso un antico cunicolo in cui si possono ammirare lavorazioni idrauliche e croci legate al lavoro del Pozzaro. Dopo poco si raggiunge una seconda cisterna sul cui fondo inizia una falda acquifera che conduce alla zattera.
A bordo di questa originale imbarcazione si risalirà la Galleria Borbonica fino ad uno scavo dell’800 dove si possono ancora leggere le frasi incise nel muro da chi si riparava in quelle cavità durante la Seconda Guerra Mondiale.
Cimitero delle Fontanelle, tra le “anime pezzentelle”
Adottare una “capuzzella” per ricevere una grazia in questo suggestivo ossario che raccolse i morti di peste e colera dal ’600. E imbattersi nel teschio di Donna Concetta, detto “’a capa che suda”.
Il Cimitero delle Fontanelle raccoglie oggi circa 40000 resti umani di vittime di pestilenze e, nei secoli, intorno a queste ossa, in particolare ai teschi (capuzzelle), è nato il famoso rito delle anime pezzentelle. I napoletani, infatti, hanno un legame molto profondo con il mondo dei defunti e in questo cimitero richiedevano una grazia ad una capuzzella che decidevano di adottare, promettendo in cambio di averne cura. Ancora oggi qualcuno segue questo rituale ed alcune capuzzelle sono diventate famose, come la già citata Donna Concetta ed il teschio del Capitano.
Museo Ferroviario di Pietrarsa, tra affascinanti treni d’epoca
Viaggiare nel tempo tra le antiche locomotive del Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa.
Il Museo si trova a Portici ed ospita treni storici realizzate dal 1845 grazie ad un editto del Re Ferdinando II di Borbone. Un tempo vi passava la Napoli-Portici, la prima ferrovia italiana, ed oggi è possibile ammirare bellissimi treni d’epoca nei suoi 7 padiglioni.
Le sale contengono locomotive a vapore, locomotive a corrente continua, locomotive elettriche trifase, elettromotrici, locomotori diesel e carrozze passeggeri. Un pezzo imperdibile è il treno Reale costituito da 11 vagoni e realizzato per il matrimonio di Umberto II di Savoia con Maria José del Belgio nel 1929.
È un luogo molto affascinante che attesta una delle eccellenze della nostra storia e testimonia l’evoluzione del rapporto tra l’uomo e la macchina nei secoli.
Passeggiata sul Lungomare, la più bella del mondo
Lasciarsi trasportare dalla bellezza del Lungomare di Napoli e dal panorama unico al mondo che offre la passeggiata.
È un percorso lungo 3 km che parte da via Nazario Sauro e finisce a Mergellina ed inesorabilmente si resta senza fiato da ciò che si può ammirare in ogni passo. Lo sguardo è immediatamente attirato dall’imponenza del Vesuvio che osserva il Golfo dall’alto, dall’isola di Capri che si staglia sullo sfondo, dal Castel dell’Ovo che sorge in mezzo al mare rendendo il paesaggio ancora più romantico e completa il tutto il promontorio di Posillipo. Una vista che solo Napoli può offrire perché fonde con perfetto equilibrio la meraviglia della natura con bellissime opere realizzate dall’uomo.
L’altro versante del Lungomare è ricco di bar, ristoranti e locali in cui potersi rilassare ed è costeggiato in parte dalla Villa Comunale, fatta realizzare da Ferdinando IV di Borbone.
Duomo
Foto di Stanislao Polito
Dopo la pizza, possiamo visitare il Duomo, la casa di San Gennaro. Per capire il legame viscerale tra i napoletani e il loro santo protettore l’ideale sarebbe assistere al “miracolo di San Gennaro”, la liquefazione del sangue del Santo custodito all’interno di un’ampolla. L’evento, a cui da sempre i napoletani attribuiscono significato benaugurale, si ripete tre volte l’anno: la prima domenica di maggio, il 19 settembre e, infine, il 16 dicembre. Varrebbe la pena assistere alla Santa Messa per capire il trasporto, il pathos che lega gli abitanti di Napoli a “Faccia Gialla” (così i napoletani si rivolgono all’effigie del santo in argento dorato). Miracolo a parte, il Duomo merita anche soprattutto da un punto di vista artistico e storico-culturale.
Palazzo Mannajuolo
Foto di Marzia Bertel
Napoli è una città ricchissima, l’abbiamo detto. Gli stili architettonici vanno dal gotico, al barocco, alle numerose tracce del razionalismo fascista. E poi c’è Palazzo Mannajuolo, in via Filangieri, quartiere Chiaia. Un ibrido tra le esperienze moderniste di inizio ‘900 e la tradizione architettonica locale profondamente influenzata dal barocco. La scala elissoidale all’interno del palazzo è un vero e proprio gioiello architettonico. Vale la pena perciò farci un salto, approfittandone anche per fare quattro passi in una delle zone più “in” della città.